Il collezionismo, come nasce un collezionista
Collezione, dal latino collection, colligĕre «raccogliere». Raccolta ordinata di oggetti della stessa specie, che abbiano valore o per loro pregio intrinseco o per loro interesse storico o artistico o scientifico o semplicemente per curiosità o piacere personale.
Quasi tutti almeno una volta nella vita abbiamo collezionato qualcosa, fin da bambini, insetti, francobolli, sorpresine, cartoline, matite e tante altre cose, di pregio o semplicemente bizzarre. Collezionare vuol dire cercare oggetti che raccontino qualcosa di noi.
Una collezione di opere d’arte nasce soprattutto per istinto, per passione.
Quando visitiamo un museo non facciamo altro che sbirciare nelle collezioni che appartengo a quel contesto e sono espressione di grandi personalità del passato, dai singoli alle famiglie.
Ammirando le opere d’arte riusciamo a ripercorrere le vite dei grandi collezionisti che le hanno create. Oggi è sempre più diffusa l’abitudine di aprire musei privati perchè spesso chi ama le opere ama anche condividerle con gli altri, in una sorta di mecenatismo che continua e muta assecondando il passare dei secoli.
La collezione può però avere anche una dimensione intima e privata, senza il bisogno di mostrarla all’esterno.
Ma come si inizia a collezionare opere d’arte?
I motivi possono essere diversi. Un’eredità, una passione che si tramanda in famiglia, un investimento aziendale. Oppure semplice passione per l’arte, in tutte le sue forme.
La figura dell’Art Advisor, in questi casi, può essere un valido supporto. Lo specialista, dopo un’attenta ed accurata analisi, può impostare con il cliente dei criteri basilari per ideare e creare la propria collezione, studiando un progetto curatoriale e scegliendo un’area di interesse (fotografia, pittura, scultura, antico o contemporaneo, solo per fare degli esempi), valutare se si intende individuare un filone che può però cambiare indirizzo in base a una maggior conoscenza o a un’evoluzione.
E infine, trattare in modo congruo e opportuno il tema economico, valutando con il collezionista quanta parte del proprio patrimonio potrà essere destinata all’acquisto di opere e suddividendola nel tempo.
Un bravo Art Advisor dovrebbe concentrarsi maggiormente sull’analisi dei dati oggettivi, tecnici, normativi, in modo da lasciare al collezionista gli aspetti più empatici ed emotivi dell’acquisto d’arte, suggerendo o segnalando anche possibili opere o oggetti che potrebbero accrescere la collezione sempre analizzando ogni singolo oggetto nei suoi aspetti qualitativi e nella congruità del prezzo, ma in ogni battuta d’asta o scelta diretta spesso è la componente emotiva ad avere il sopravvento.
Esistono, però, anche i collezionisti che desiderano principalmente acquistare opere d’arte per diversificare il loro patrimonio e che vivono la collezione non solo per il godimento dell’aspetto estetico ma anche per una possibile – e auspicata – futura rivalutazione economica.
Per questo una collezione ben costruita può avere anche un valore economico rilevante, che va monitorato e protetto nel tempo. L’Art Advisor, in questi casi, è la figura ideale per gestirla e, quando possibile, valorizzarla.
Nel dettaglio le azioni da intraprendere possono essere una buona conservazione, sia in ambiente domestico che in un caveau specializzato, in modo da avere condizioni microclimatiche adatte e stabili. Un monitoraggio periodico svolto con l’intervento di un restauratore che sia in grado di redarre un condition report professionale e valutare l’opportunità di un intervento di restauro o di semplice pulitura.
Un altro aspetto fondamentale è quello di creare o accrescere il curriculum dell’opera attraverso prestiti a mostre e musei di rilievo oppure la presenza in pubblicazioni, cataloghi ragionati o testi critici che confermino e accrescano la storia e l’importantza dell’opera.
Inoltre, il lavoro di un Art Advisor che conosce le dinamiche del mercato, risulta fondamentale per monitorare l’andamento delle quotazioni dei singoli autori e segnalare eventuali opportunità di vendita o acquisto mettendo insieme gli aspetti tecnico/pratici, economici, storico artistici e curatoriali che sono alla base delle scelte del collezionista.
C’è poi un’altra tipologia di collezioni, quelle Corporate che, specialmente quando si guarda alle istituzioni bancarie, sono solitamente ampie e variegate, costituite nel tempo attraverso l’unione dei diversi patrimoni aziendali. Possono spaziare dall’antico al contemporaneo e sono spesso legate al territorio in cui sono radicate.
Dietro ogni tipo di collezione c’è sempre il primo acquisto (o regalo, se si è fortunati).
Si può entrare in una galleria, partecipare ad un’asta, conoscere un artista o comprare da un privato: le domande da porsi sono e devono essere sempre le stesse, a partire dall’autenticità dell’opera, dalla sua provenienza, dallo stato di conservazione e, tra le altre, molto importante la congruità del prezzo.
Si possono visitare fiere, esposizioni, mostre e ci si può appassionare ad un tema, a un materiale o a una corrente artistica che sia contemporanea o del passato.
La storia del collezionismo si può studiare sui libri, ma definire come nascono un collezionista e la sua collezione è un po’ come spiegare l’unicità di un’opera d’arte: non esiste una regola, per fortuna.