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Il Tempo che “forse” scopre la Verità : Mostra online curata da Stefano Cagol, artista contemporaneo che esplora temi sociali come identità e crisi climatica.,

22 Dicembre 2025

Il Tempo che “forse” scopre la Verità : Mostra online curata da Stefano Cagol, artista contemporaneo che esplora temi sociali come identità e crisi climatica.

Attuale exhibition
  • La (presunta) certezza di trovare risposta immediata a ogni nostra domanda è quello che consideriamo come uno dei maggiori lussi dell’epoca attuale. Conoscenza e velocità sembrano un binomio indissolubile dell’oggi. Tutto ci appare veloce e agile grazie all’evoluzione della tecnica. L’idea di porre tempo in mezzo non è più contemplato, tanto che stiamo perdendo la dimestichezza nel rapporto con il tempo. L’arte ci aiuta a non dimenticare che lasciarsi andare al tempo, lasciare fare al tempo è indispensabile. La modernità tecnologica nel suo progredire incessantemente ha imposto una nuova forma di temporalità: il tempo della prestazione. Un continuum accelerato in cui la velocità diventa sinonimo di efficienza e, implicitamente, di conoscenza. 


    Tuttavia, come osserva il filosofo francese Paul Virilio, ogni accelerazione porta con sé una perdita di profondità percettiva; l’aumento della velocità non espande la conoscenza, ma la appiattisce nel presente, riducendo la possibilità dell’attesa, della sedimentazione, dell’esperienza. La dromologia viriliana, termine coniato dal filoso per indicare – in senso letterale – la “scienza della velocità”, rivela che ogni progresso tecnico porta in sé anche la sua catastrofe potenziale, intesa come l’impossibilità di pensare.
    In questo scenario, l’arte si propone come contro-dispositivo rispetto alla logica dell’immediatezza. Essa reintroduce la durata, la sospensione, il rallentamento come atti di resistenza epistemologica.

    L’opera d’arte diventa luogo in cui il tempo è di nuovo percepibile, tangibile, denso, una dimensione da abitare.

     

    “La natura è un grande e raffinato arazzo arrotolato, che non possiamo vedere tutto insieme, ma dobbiamo accontentarci di srotolare gradualmente”

    scriveva Robert Boyle, contrapponendo esperimenti e osservazioni dirette contrapposte al sedimentato metodo antico basato sulle sole argomentazioni deduttive.

  • Francesco Ruschi
    Il Tempo che scopre la Verità
    Oil on canvas / Olio su tela / Öl auf Leinwand
    61 3/8 x 86 5/8 in
    156 x 220 cm
  • Era l’anno in cui Francesco Ruschi realizzava il dipinto che dà avvio alla mostra, Il Tempo che scopre la Verità....
    Erwin Wurm
    One Minute Sculptures, 1998
    Photography / Fotografia / Fotografie
    39 3/8 x 39 3/8 in
    100 x 100 cm

    Era l’anno in cui Francesco Ruschi realizzava il dipinto che dà avvio alla mostra, Il Tempo che scopre la Verità. Questo mito antico mette in evidenza che prendersi il tempo per l’approfondimento della conoscenza affranca dal velo sugli occhi costituito dalle nostre convinzioni.

    One Minute Sculptures di Erwin Wurm mostra un essere umano che implode in se stesso. Nascondendo il capo nella nostra maglia, è come se mettesse la testa nella sabbia, e questa azione assume ancora maggiore significato se pensiamo che il termine abito è legato al latino habitus, abitudine. L’opera sembra quindi dirci che arroccarsi dentro le nostre idee ci immobilizza.

  • Oggi, anche se il sapere si è allargato, siamo di nuovo alle prese con la presunzione che ogni cosa trovi...
    Antonio Donghi
    Il Giocoliere, 1936
    Oil on canvas / Olio su tela / Öl auf Leinwand
    45 5/8 x 34 in
    116 x 86.5 cm

    Oggi, anche se il sapere si è allargato, siamo di nuovo alle prese con la presunzione che ogni cosa trovi senso nello sguardo dell’essere umano e con l’illusione che conoscenza e risposte a ogni nostra domanda siano – letteralmente – già nelle nostre mani.

    Un altro esercizio di equilibrio esistenziale tra velocità tecnologica e consapelovezza dell’essere è messo in scena da Antonio Donghi nel Giocoliere della metà degli anni Trenta del secolo scorso. Il protagonista ostenta con una certa spavalderia un controllo totale, di sè e della scena.

    Ne risulta un ritratto ironico e tragico dell’essere umano che, trasposto nella società attuale, caratterizzata da un atteggiamento da giocatori d’azzardo tra high-frequency trading e NFT, diventa un saltimbanco che corre sul filo del rasoio.

  • Questa velocità risolutiva nasconde una immobilità del pensiero, che appare come La Peste, che Armin Boehm ha ritratto una quindicina...
    Armin Boehm
    La Peste, 2010
    Oil, metal, pigment and aluminium on canvas / Olio, metallo, pigmento e alluminio su tela / Öl, Metall, Pigment und Aluminium auf Leinwand
    90 1/2 x 102 3/8 x 1 in
    230 x 260 x 2.5 cm

    Questa velocità risolutiva nasconde una immobilità del pensiero, che appare come La Peste, che Armin Boehm ha ritratto una quindicina di anni fa su tela con i toni scuri del pigmento, ma anche, non a caso, con olio e metallo. L’opera sembra trasporre la vischiosità delle questioni dell’oggi bene eviscerata da Timothy Morton coniando il concetto di iperoggetto per descrivere fenomeni diffusi, interconnessi, e non localizzabili come il cambiamento climatico, il sistema capitalistico o le radiazioni nucleari. Fenomeni, questi, con una presenza tanto reale quanto inafferrabile, che ridefinisce il nostro modo di pensare il mondo e la nostra responsabilità verso di esso.

  • Proprio come gli iperoggetti di Morton, anche l’immobilità della nostra società si presenta in maniera mutevole, come nelle macerie splendenti,...
    Jiang Pengyi
    Unregistered city NO. 8, 2010
    Archival Lnkjet Print, edition 2/8 / Archival Lnkjet Print, edizione 2/8 / Archivial Lnkjet Print, Ausgabe 2/8
    35 3/8 x 49 1/4 in
    90 x 125 cm

    Proprio come gli iperoggetti di Morton, anche l’immobilità della nostra società si presenta in maniera mutevole, come nelle macerie splendenti, ritratte nell’opera Unregistered city NO. 8 dell’artista cinese Jiang Pengyi, anch’essa del 2010.

    Sono superfici ingannevolmente luccicanti, che, però, riflettono rovine su rovine.

  • In una realtà sommersa e lontana, arriva una luce su un mondo allagato, come a suggerire che cercare di fare...
    James Casebere
    Bologna Tunnel # 4, JC-228.L.4, 2010
    Framed digital chromogenic mounted to Dibond, sample4/5 / Cromogenico digitale incorniciato e montato su Dibond, esemplare 4/5 / Gerahmtes digitales Chromogen, auf Dibond aufgezogen, Muster 4/5
    74 x 91 x 2 3/4 in
    188 x 231 x 7 cm

    In una realtà sommersa e lontana, arriva una luce su un mondo allagato, come a suggerire che cercare di fare chiarezza sulle cose per comprenderle meglio è l’unico modo per uscire da un tunnel, è l’unica arca di salvezza in un diluvio che tutto travolge. Sarà la luminosità realmente illuminante a mostrarci la via per la libertà, come rappresentato nell’opera Bologna Tunnel #4 di James Casebere.

    Mi sono soffermato spesso a riflettere sull’idea di diluvio, un concetto legato all’essere umano fin dalla notte dei tempi, attraverso molteplici culture. Generalmente incorporava il volere di divinità altre, mentre sono convinto che sia il diluvio siamo noi, come un antidoto, ma questo è possibile solo attraverso l’impegno nella conoscenza.

  • “Avvolta in un velo irradia una luce che respinge le nubi e le disperde”, così è descritta la Verità che...
    Francesco Jodice
    Trento, 2009
    Photography Digital Print, wood frame, plexiglas, aluminium / Fotografia Digital Print, wood frame, plexiglas, aluminium / Digitaler Fotodruck, Holzrahmen, Plexiglas, Aluminium, Ed. 1/8
    104 3/8 x 72 7/8 x 2 3/4 in
    265 x 185 x 7 cm

     “Avvolta in un velo irradia una luce che respinge le nubi e le disperde”, così è descritta la Verità che campeggia al centro del frontespizio dell’Encyclopédie di Diderot e D'Alembert, ancora più potente è leggere che è l’Immaginazione a coronare la Verità.

    L’Encyclopédie, pubblicata durante l’Illuminismo, voleva allontanarsi da una tradizionale separazione tra speculazione teorica e conoscenze pratiche.

    Questo approccio è ripreso nell’opera fotograficadi grande formato Trento di Francesco Jodice, dove l’artista sovrappone all’opera una lista di eventi storici, sociali e politici controversi. La fotografia è stata scattata nel 2009 da un punto ben preciso, in alto sulla collina che sovrasta il centro storico.Lo stesso punto in cui, in occasione dell’opening week di Manifesta 7, avevo realizzato l’installazione, Light Dissolution (of the borders): un potente raggio che metaforicamente cancellava i confini nella luce.In comune le due opere, tra loro diversissime, hanno la volontà di illuminare ciò che ci circonda per capire il passato e affrontare il futuro.

    Il tempo fa emergere intrecci inaspettati.

    Il tempo, secondo le teorie quantistiche, non è una dimensione assoluta, ma una proprietà relazionale. Appare come una proprietà emergente tra sistemi in interazione.

    Il tempo è una forma di percezione del divenire che emerge dall’intreccio delle energie, dei corpi e delle informazioni.

    Il tempo è il linguaggio di relazione del mondo.

  • La mostra si conclude con un altro mito e un’altra opera del Seicento, si tratta di un Paesaggio con Mercurio...
    Herman Van Swanevelt
    Paesaggio con Mercurio ed Argo
    Oil on canvas / Olio su tela / Öl auf Leinwand
    35 7/8 x 57 1/2 in
    91 x 146 cm

    La mostra si conclude con un altro mito e un’altra opera del Seicento,  si tratta di un Paesaggio con Mercurio e Argo dell’olandese Herman Van Swanevelt, vissuto lungamente in Italia, che ricorda come il primo abbia sconfitto il secondo attraverso l’ingegno, la cultura e l’arte, non con l’impeto.

    Lasciarsi andare al tempo significa riappropriarsi della dimensione relazionale e qualitativa del sapere. In un mondo in cui la tecnica tende a dissolvere il tempo nell’istantaneità digitale, l’arte custodisce la memoria del tempo umano, della gestazione, dell’errore, della contemplazione. Essa ci ricorda che ogni conoscenza autentica implica una soglia di lentezza, una temporalità interiore capace di opporsi all’accelerazione.

  • In questo orizzonte, il “forse” non indebolisce la ricerca della verità, la salva.

    È la forma contemporanea dell’umiltà epistemica, il riconoscimento che il sapere umano è sempre parziale, immerso in un divenire.

    Solo attraverso questo “forse” possiamo ancora sperare che il tempo – nel suo fluire e nel suo ritornare – continui, ostinatamente, a scoprire la verità.

  • Stefano Cagol

    Stefano Cagol

    Stefano Cagol è un artista italiano contemporaneo, che indaga temi sociali come, identità e  crisi climatica, creando opere che uniscono rigore formale e tensione poetica.

    Nato a Trento nel 1969, Stefano Cagol, dopo gli studi all’Istituto d’Arte, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 1993. Prosegue la formazione con esperienze internazionali, tra cui la Ryerson University di Toronto, e. programmi di ricerca e residenze in Europa e negli Stati Uniti.

    Cagol si focalizza su grandi temi sociali e ambientali, con una forte componente concettuale e una costante attenzione alle questioni globali.

    Spaziando tra video, fotografia, installazione e performance, i suoi lavori si collocano nell’ambito dell’Eco Art e della Land Art, con interventi site-specific e azioni simboliche che dialogano con il paesaggio e la società.

    • Mythological painting with elderly man, reclining woman, and cherubs
      Francesco Ruschi, Il Tempo che scopre la Verità
    • A photographic series of a model performing positions within their green t-shirt.
      Erwin Wurm, One Minute Sculptures, 1998
    • An oil painting of a Juggler balancing his hat. The figure stands in a blue room alongside a table and a vase of flowers.
      Antonio Donghi, Il Giocoliere, 1936
    • Armin Boehm, La Peste, 2010
      Armin Boehm, La Peste, 2010
    • Photography of rubble and mirrors.
      Jiang Pengyi, Unregistered city NO. 8, 2010
    • Digital chromogenic representing a tunnel.
      James Casebere, Bologna Tunnel # 4, JC-228.L.4, 2010
    • Photograph of the city of Trento seen from above, with gold lettering above it telling the history of the city of Trento in stages.
      Francesco Jodice, Trento, 2009
    • Herman Van Swanevelt, Paesaggio con Mercurio ed Argo
      Herman Van Swanevelt, Paesaggio con Mercurio ed Argo
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