• Biografia

    Antonio Donghi (Roma, Italia 1897 – Roma, Italia 1963)

    Nato a Roma nel 1897, si diploma nel 1916 presso il Regio Collegio di Belle Arti.

    Nel 1919 intraprende un importante viaggio tra Venezia e Firenze, con l’obiettivo di approfondire e studiare i grandi maestri del Quattrocento e del Cinquecento. 

    Inizia a esporre i suoi primi dipinti nel 1923 alla Biennale di Roma e, solo un anno dopo, tiene la sua prima mostra personale. Raggiunge l’apice del successo con la realizzazione di una personale a New York nel 1927, durante la quale riesce a vendere numerose opere. 

    Prende parte al circolo di artisti formatosi attorno a Valori plastici, la rivista diretta da Mario Broglio, che affermava l’importanza di prendere le distanze dalle Avanguardie. 

    Gli anni ‘30 del Novecento sono per lui anni di intenso lavoro e di ulteriori affermazioni; le sue opere vengono acquistate da importanti musei e gallerie: il Museo d’Arte Moderna di Palazzo Pitti, i Musei Civici di Torino e di Genova, il Museo di Ca’ Pesaro, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

    Nello stesso decennio ottiene anche incarichi di docenza tra i quali, nel 1939, quello presso l’Istituto Centrale del Restauro di Roma.

    Nel dopoguerra Donghi si dedica prevalentemente alla produzione di paesaggi di piccole dimensioni, che realizza dal vivo durante i suoi soggiorni laziali, in Umbria e in Toscana. Delle opere di questi anni colpisce soprattutto lo stile preciso e dettagliato.

    Successivamente, all’inizio degli anni Cinquanta, pur continuando a esporre in mostre personali e alle Quadriennali del 1952, 1955 e 1959, inizia per Donghi un periodo di ripiegamento e di isolamento. 

    Muore a Roma nel 1963. 


    Copyright l'artista. Foto UniCredit Group (Sebastiano Pellion di Persano)

  • Opere