• Biografia

    Giuseppe De Fabris (Nova, Italia 1790 – Roma, Italia 1860)

    Nato a Nove nel 1790, suo padre, direttore della Manifattura Antonibon, vede presto in lui un talento artistico. Nel 1806 la famiglia si sposta a Vicenza, dove Giuseppe frequenta lo studio di Ciesa. Due anni dopo si sposta a Milano, dove inizia a frequentare l’Accademia di Brera. Qui approfondisce lo studio anatomico e si guadagna la protezione del Conte Mellerio, uno dei suoi principali committenti.

    Nel 1810 lavora al cantiere del Duomo di Milano, per cui realizza una scultura di Napoleone.

    Grazie a una lettera di presentazione del Mellerio, nel 1814 si sposta a Roma, dove entra in contatto con Canova.

    Il suo Nettuno del 1815 vince il Premio dell’Anonimo, riconoscimento istituito da Canova a sostegno dei giovani artisti. Due anni dopo, per il Conte Mellerio, porta a termine il marmo dell’Ettore e Andromaca.

    Esegue due busti per il Pantheon, passati alla Protomoteca del Campidoglio; nel 1823 esegue un busto commemorativo del Canova su committenza di Leone XII. Nel 1828 progetta un monumento, anch’esso dedicato al Maestro, per il Campidoglio.

    Nel 1823, ancora a Roma, diviene socio della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon; a lui il merito di aver riportato alla luce i resti mortali di Raffaello Sanzio, operazione che gli fa guadagnare la carica di Reggente perpetuo.

    Dopo molte committenze ecclesiastiche e aristocratiche, continua a lavorare tra Roma e Venezia.

    Negli ultimi anni riceve diversi riconoscimenti e incarichi istituzionali.

    Muore a Roma nel 1860, mentre ricopriva il ruolo di direttore generale dei Musei e delle Gallerie Pontificie.


    Foto UniCredit Group (Sebastiano Pellion di Persano)

  • Opere
    • A marble sculpture depicting a scene from the Iliad, a major ancient Greek epic poem attributed to Homer, where the character Hector is saying farewell to his wife Andromache and son Astynax so that he could fight in the Trojan War.
      Addio di Ettore ad Andromaca, 1817