• Biografia

     Giuseppe Graziosi  (Savignano sul Panaro (Modena), Italia, 1879 – Firenze, Italia, 1942) 

    Nato in una famiglia contadina a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, nel 1879, si forma presso il Regio Istituto di Belle Arti di Modena, dove segue i corsi di scultura di Gibellini, e consegue il diploma nel 1898.

    Dopo il diploma, partecipa all'Esposizione Nazionale di Torino con un’opera legata alle tematiche sociali e alle ideologie umanitarie che lo caratterizzeranno in seguito, e decide di iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove segue i corsi di scultura di Rivalta e di incisione e pittura paesaggistica di Fattori.

    Partecipa nel 1900 all' Esposizione Universale di Parigi, dove vince la medaglia di bronzo per la scultura, e nel 1903 è alla V Esposizione Internazionale di Venezia, cui parteciperà ogni anno fino alla sua morte.

     Oltre alla scultura, si dedica alla pittura. A Firenze partecipa a diverse manifestazioni d'avanguardia, come quelle di Nomellini, con il quale partecipa alla Mostra Nazionale di Milano del 1906. Negli anni successivi vince numerosi premi e torna spesso alla Biennale di Venezia, dove introduce anche il tema del nudo.

     Nel 1913 partecipa, con il gruppo della Giovane Etruria di Nomellini alla Secessione romana. Nel 1914 è nominato professore di plastica della figura presso l'Accademia di belle arti di Firenze e dal 1915 insegna anche alla Reale Accademia di belle arti di Milano.

    Nel 1919 si tiene la sua prima mostra personale alla galleria Pesaro di Milano.

    L’anno successivo riceve l'onorificenza di Commendatore della Corona d'Italia, e nel 1924 si trasferisce a Napoli come titolare della cattedra di plastica della figura all'Accademia di belle arti, dove rimane per due anni.

    Dopo il 1920, inizia a realizzare prevalentemente grandi paesaggi, marine, scorci di città, in maniera sempre più evocativa.

    Espone l’ultima volta alla III Quadriennale di Roma del 1942, prima di morire pochi mesi dopo a Firenze.


     

    Foto UniCredit Group (Sebastiano Pellion di Persano)

  • Opere