• Biografia

    Giacomo Balla (Torino, Italia 1871 - Roma, Italia 1958)

    Formatosi alla Regia Accademia Albertina dove segue le lezioni di Cesare Lombroso e l’influenza del divisionismo misto a verismo sociale di Pellizza da Volpedonel 1895 si trasferisce a Roma.


    L’ambiente artistico romano è incuriosito dalla tecnica divisionista e Balla diviene presto un riferimento per i giovani artisti come Boccioni, Sironi e Severini.


    Le sue pennellate scomposte di matrice divisionista lo conducono sempre più verso la materia vibrante e dinamica del Futurismo, a cui Balla aderisce sottoscrivendo nel 1910 il Manifesto tecnico della pittura futurista, in cui approfondisce il tema della rappresentazione, tra superficie immobile e continuità del movimento nello spazio.


    Trasparenze, sovrapposizioni e toni leggeri che quasi alleggeriscono il peso di ciò che si muove portano Balla verso un vigore più marcato di forme geometriche, dove l’alternanza tra colori fondamentali e quelli complementari è funzionale ad esprimere la funzione ottica del dinamismo della pittura cinetica e programmata.


    Di questi anni sono due suoi capolavori assoluti: Bambina che corre sul balcone e Dinamismo di un cane al guinzaglio.


    La sua vita è vivace. Nel 1913 mette in vendita le sue opere divisioniste scrivendo Balla è morto. Qui si vendono all’asta le sue opere, atto provocatorio per decretare l’inizio di un percorso di ricerca pittorica nuova, fuori dai moduli convenzionali.


    Nel 1915, interventista come tutti i Futuristi, viene arrestato insieme a Marinetti e ad altri artisti in una manifestazione a favore dell’entrata dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Sempre in quell’anno firma con Depero il Manifesto della ricostruzione futurista dell’Universo.


    Alla morte di Boccioni (1916), a cui dedica l’opera Pugno di Boccioni, Balla è ormai il leader del movimento, tanto da firmare le sue opere “Futurballa”. Nel 1917 progetta la scenografia del balletto Feu d’artifice con musica di Igor Stravinskij al Teatro Costanzi di Roma (oggi Teatro dell'Opera).


    Si lega al regime fascista.


    Il Manifesto dell’aeropittura futurista, 1929, segna l’ultimo atto di adesione al Futurismo; negli anni Trenta Balla ritorna infatti a un realismo di impronta figurativa.


    Dopo la partecipazione alla Biennale di Venezia e alla prima edizione della Quadriennale di Roma, nel 1934 partecipa alla mostra Modern Works of Art organizzata dal MoMA di New York, partecipazione che segna l’inizio del suo successo internazionale.


    Il secondo conflitto mondiale è per Balla un periodo di introspezione e l’artista si richiude negli affetti familiari.


    Nel 1950 la Biennale di Venezia omaggia i firmatari del primo Manifesto Futurista. Le sue opere sono ormai esposte e conosciute a livello internazionale e presenti in importanti collezioni. Nel 1956 riceve dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’Oro, in quanto riconosciuto come uno degli artisti più rappresentativi del Novecento.


    Muore a Roma nel 1958.


    Copyright l'artista. Foto UniCredit Group (Sebastiano Pellion di Persano)

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