• Biografia

    Paolo Caliari, detto il Veronese (Verona, Italia 1528 - Venezia, Italia 1588)

    Nato a Verona nel 1528, dalla figlia illegittima del nobile Caliari di cui l'artista adottò il nome intorno al 1550, studia a Verona a bottega da Antonio Badile, di cui sposa la figlia nel 1566.

    Fondamentale per la sua formazione è l’influenza dei pittori bresciani presenti in quel periodo a Verona, Romanino, Moretto e Savoldo che - insieme alle novità stilistiche e culturali di Venezia - fanno del giovane Veronese un artista ben definito, che spicca per la capacità costruttiva e gli accordi cromatici.

    Nonostante il trasferimento a Venezia nel 1550, l’artista risente delle innovazioni manieristiche e dello stile arcaicizzante dei suoi primi maestri veronesi.

    Il Veronese attinge di sicuro alla grande tradizione veneziana, osservando Tiziano e Tintoretto, ma preferisce mantenere ferma la sua fedeltà al disegno, che sarà sempre un valore centrale e distintivo della sua produzione artistica.

    Si distingue dai suoi conterranei anche nell’uso del colore: non adotta mai del tutto il tonalismo (altra caratteristica di fondo della pittura veneziana del tempo), ma preferisce un uso del colore più netto e vivace, con campiture ben definite.

    La sua produzione rientra in ciò che è ampiamente inteso come Manierismo.

    Per gran parte della sua carriera, ha ottenuto committenze religiose e laiche, sia a Venezia sia nella più vasta area veneta.

    Tra le sue opere più importanti ricordiamo la decorazione a grandezza naturale della Chiesa veneziana di San Sebastiano, la biblioteca di San Marco e il Palazzo Ducale.

    Una delle sue specialità sono state le scene di grande formato, tra cui i famosi banchetti. Il più celebre è la scena biblica delle Nozze di Cana, trasferita in un banchetto veneziano rinascimentale, oggi al Louvre.

    Coadiuvato dal fratello Benedetto e dai figli Gabriele e Carlo, il Veronese ha fondato una grande bottega, rimasta attiva anche dopo la sua morte, avvenuta nel 1588.


    Foto UniCredit Group (Sebastiano Pellion di Persano)

     
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